La leucemia linfatica cronica (LLC)

La leucemia linfatica cronica (LLC) è la più frequente malattia tumorale del sangue nei Paesi occidentali. Si registrano ogni anno 2-6 nuovi casi ogni 100.000 persone, più spesso in soggetti maschi.

L’età media alla diagnosi è di 70 anni e la probabilità di sviluppare la malattia aumenta con l’età, tuttavia circa il 10% dei casi si riscontra prima dei 50 anni.

La leucemia linfatica cronica è dovuta alla proliferazione e all’accumulo di un tipo di cellula del sistema immunitario chiamata linfocito B.

Le cellule che difendono l’organismo dalle infezioni sono i globuli bianchi o leucociti.
Esistono diverse popolazioni di globuli bianchi: i neutrofili, più numerosi e prima linea di difesa contro le infezioni; i linfociti, che intervengono in maniera specializzata contro i diversi agenti patogeni e svolgono importanti funzioni regolatorie sull’intero sistema immunitario; i monociti, che rimuovono per fagocitosi microrganismi e detriti cellulari; gli eosinofili ed i basofili, coinvolti nei meccanismi di infiammazione.

Tra i linfociti si distinguono i linfociti B, che producono anticorpi diretti contro specifici microrganismi (virus, batteri, parassiti), e i linfociti T, che svolgono funzioni regolatorie e uccidono direttamente le cellule infettate.

I linfociti B originano nel midollo osseo, tessuto che si trova nell’interno cavo delle ossa e che produce tutti gli elementi del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). ù
Ogni linfocito B è specifico per un solo antigene, cioè è in grado di riconoscere solo una specifica porzione di uno specifico microrganismo, che è diversa da quella riconosciuta da un altro linfocito.

I linfociti B maturi circolano nel sangue e nei vasi linfatici fino a quando incontrano il loro antigene. Questo avviene nei linfonodi, stazioni distribuite lungo i vasi linfatici di tutto l’organismo in cui si attiva la risposta immunitaria. Nei linfonodi i linfociti proliferano e producono anticorpi specifici in grado di debellare l’infezione. Al termine della risposta immunitaria, la maggior parte dei linfociti muore; solo poche cellule rimangono come linfociti della memoria, pronte ad intervenire in caso di nuova infezione.

Nei pazienti con leucemia linfatica cronica un linfocito B si trasforma in una cellula tumorale che continua a moltiplicarsi anche in assenza di uno stimolo infettivo e le cellule figlie (definite clonali poiché tutte identiche e derivate dalla stessa cellula) non vanno incontro a morte, accumulandosi così nei linfonodi, nel sangue e in altri tessuti.