Caro bollette: perché è a rischio la salute degli italiani

Il problema del rincaro delle bollette di luce e gas, sta davvero mettendo in ginocchio le famiglie italiane, colpendo al contempo anche tanti altri settori. In effetti le bollette ormai hanno prezzi eccessivi e spesso, contenuti non chiari. Ciò significa che molti italiani non sono consapevoli delle tariffe che stanno pagando e quindi possono incorrere in costi eccessivi e inadeguatezze, rispetto a quello di cui hanno bisogno. Inoltre, ci sono molte pratiche commerciali scorrette da parte delle compagnie energetiche, che rendono difficile per i clienti confrontare e trovare le migliori offerte.

Questo può significare che le bollette sono spesso più alte di quanto sia necessario. Un problema particolarmente grave per le famiglie a basso reddito, che possono avere difficoltà a pagare le bollette. Tutto ciò aumenta la possibilità che le famiglie non riescano a far fronte al pagamento cospicuo di bollette e riscaldamento, aumentando così i rischi di sospensione del servizio e di gravi conseguenze per la salute. Ad esempio le persone con problemi di salute già esistenti, come le persone con malattie croniche, possono essere particolarmente vulnerabili a questi rischi.

Dunque il rincaro sui costi del riscaldamento e dell’energia elettrica, in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina, ha messo a dura prova il portafoglio degli italiani, che messi di fronte a un sostanziale aumento dei costi del metano destinato al riscaldamento delle abitazioni, hanno optato per fonti di riscaldamento alternative. Stufette elettriche, stufe a pellet o camini a legna e bioetanolo, sembrano essere le scelte più comuni tra gli italiani oggi. In molti preferiscono invece non riscaldare la propria abitazione, approfittando delle ore passate fuori casa per lavoro.

Questo però, si traduce in un raffreddamento costante dei muri e in un accumulo dell’umidità all’interno delle pareti, che potrebbe far sviluppare delle muffe ben poco salutari. Quindi la salute degli italiani è decisamente a rischio, ma la soluzione non sembra essere così semplice, visto l’aumento del costo del metano sul mercato mondiale, che per il momento non accenna a rientrare.

I rincari delle bollette colpiscono anche le strutture sanitarie pubbliche

L’aumento del prezzo del metano del riscaldamento oggi, non è un problema che riguarda solo le imprese e le famiglie, ma anche le strutture sanitarie pubbliche e gli ospedali. Infatti il rincaro delle bollette colpisce indistintamente tutti i settori, dal privato al pubblico. E a questo punto una domanda sorge spontanea: come faranno le strutture come gli ospedali, che hanno bisogno costantemente di riscaldamento ed energia elettrica per 24 ore al giorno, a pagare le bollette rincarate? Purtroppo, c’è una sola risposta possibile: faranno dei tagli sul personale e sui materiali utilizzati.

Grazie al Decreto aiuti ter, approvato dal Consiglio dei ministri, si è istituito un fondo ulteriore di 400 milioni destinato al Sistema Sanitatio Nazionale, ma si prevede che questi non basteranno a coprire i costi di questa “pandemia energetica”. La sanità pubblica, messa già a dura prova dall’emergenza Covid-19, sarà ulteriormente messa in ginocchio da questa crisi. Ciò si tradurrà quindi in un ulteriore ridardo nelle liste d’attesa e nell’impossibilità delle aziende sanitarie di acquistare macchinari e tecnologie di ultima generazione, abbassando così la qualità dell’assistenza offerta.

Il presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), Giovanni Migliore, prospetta un periodo di grande difficoltà per la sanità pubblica. “Prima di questi rialzi dei prezzi, il costo dell’energia per il settore era 1,4 miliardi, ad inizio 2022 ci aspettavamo un +30% di rincaro della bolletta energetica, ma sarà molto di più”, afferma. Migliore teme quindi che il fondo del Decreto aiuti, non risolleverà la situazione, nonostante aiuterà le aziende sanitarie a prendere tempo. A questo punto si spera solo che le Regioni abbattano le lunghe tempistiche burocratiche, distribuendo tempestivamente questi fondi alle aziende sanitarie del territorio, per arginare in parte la situazione.